Antonio Castrignanò e La Notte della Taranta

Sono tornato a La Notte della Taranta – pagina ufficiale

Dal post/o di Antonio CastrignanòLa Notte della Taranta – pagina ufficiale: Il nostro pensiero in queste ore va a Marcello Mannini il nostro storico fonico. Questa foto è stata scattata la sera del Concertone nella sua postazione strategica e blindata. Il motore sonoro del Concertone passa da qui.
Marcello era preoccupato per le sorti del padre lontano. Ma ha continuato a lavorare in silenzio perché l’opera fosse portata a termine.
Suo padre non ce l’ha fatta. E noi non possiamo che abbracciare il nostro amico e ringraziarlo dal profondo del cuore di tutta la passione che ci ha donato e vi ha donato in un momento così difficile. Ti vogliamo bene Marcello.

Con molta fatica emotiva mi sono avvicinato da libero spettatore al palco di Melpignano per assistere nel pre-concertone all’esibizione di mio figlio con l’orchestra scolastica.

Lui ci teneva e io per non deluderlo l’ho accontentato.

Arrivato nel piazzale l’affetto del pubblico è stato istintivo, e anche quello dello staff tecnico, volti amici e storici, che vedendomi in difficoltà tra foto e camuffamenti mi hanno invitato a entrare consegnandomi un regolare pass per l’area fronte palco.

Sono rimasto con discrezione in regia audio continuando a ricevere l’affetto dalla gente: una ragazza mi ha regalato la bandiera dei 4mori, un operatore della croce rossa mi ha chiesto di firmargli la maglietta sul cuore ringraziandomi per quello che faccio, foto, selfie, ecc.

Dopo qualche minuto un addetto alla sicurezza, imbarazzato, quasi scusandosi, si è avvicinato chiedendomi di uscire anche se provvisto di pass perché gliel’avevano chiesto e lo stavano monitorando… la mia presenza non era gradita a La Notte della Taranta.

Tutto tristemente vero.

Non discuto dello spettacolo perché sono andato via, ma quando si sventolano dal palco valori giganteschi tra i ragazzi come la cultura, la solidarietà, la fratellanza e l’uguaglianza, la prima cosa è attuarli anche sotto. Se si vuole essere credibili, altrimenti è tutto inutile.

E, visto che non siete avvezzi ve lo ricordo, nella tradizione orale e contadina, nella vita dei semplici, contano solo tre cose: il rispetto, la gratitudine e il sapere.

Dentro ognuna delle tre c’è l’essenza di quello che si canta, prima su tutte l’umanità. Sempre più necessaria, sempre più rara.

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